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INCONTRO CON IL PREMIO CAMPIELLO 2006 |
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Salvatore Niffoi, con "La vedova scalza" (Adelphi), ha vinto la 44esima edizione del Premio Campiello, ottenendo 76 dei 270 voti della giuria popolare. La rassegna, che spesso, come dimostrano anche le ultime due edizioni, aveva sorpreso, ha premiato invece uno dei favoriti. Al secondo posto si è piazzato Giancarlo Marinelli con "Ti lascio il meglio di me" (Bompiani), con 59 voti, seguito da Claudio Piersanti con "Il ritorno a casa di Enrico Metz" (Feltrinelli), Nico Orengo con "Di viole e liquirizia" (Einaudi) e Pietrangelo Buttafuoco con "Le uova del drago" (Mondadori). Salvatore Niffoi è scrittore di grande personalità e sapienza narrativa: possiede l’abilità di quello che già i critici chiamano il “mistilinguismo” di Niffoi, nel mescolare italiano e sardo. Una scrittura concepita come salvifica, come medicina della vita. Perché compito dello scrittore è per Niffoi sondare gli abissi umani, trasformare il dolore in letteratura. E quindi vede nella scrittura una redenzione possibile, un atto creativo in grado di esorcizzare il male di vivere. Ma nella sua scrittura è altrettanto chiara la voglia di riscattare una cultura - quella della Sardegna e della sua Barbagia, isola nell’isola, come dice lui stesso - che trova le sue radici nella capacità di ascoltare, rubando storie tra realtà e mito, riallacciandosi alla tradizione orale e al racconto degli avi, ovvero un nonno che gli ha insegnato l’amore per la lettura, per la vita isolana, e la ricchezza della sua lingua.
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